giovedì 1 dicembre 2016

IL BEN-ESSERE parla l'osteopara Patrizia Fazio


articolo di Raffaella Maffei pubblicato su VERO del 4 novembre 2016


''Giovanna, aveva 36 anni, quando venne da me per la prima volta. Lamentava dolori di ogni tipo: nevralgia mandibolare, mal di testa, mal di schiena, dolori alle caviglie e alle anche. Era depressa. Aveva una bimba piccola ma voleva un altro figlio, e con i medicinali che prendeva non era possibile. Iniziamo il trattamento osteopatico, lei e' molto sfiduciata ma vuole una speranza. I miglioramenti sono evidenti gia' dopo qualche seduta, e in accordo con i medici che la seguono elimina anche i farmaci. Torna a vivere e rimane incinta molto presto. L'osteopatia facilita anche la fertilita'. L'ho seguita per i nove mesi della gestazione e lei era tranquilla, perche' sapeva che c'ero. Il giorno del parto, sono stata la prima persona avvisata da lei della nascita del suo bimbo, bellissimo. L'ho incontrato a una settimana di vita, meraviglia! Conosceva la mia voce''.
Una delle tante storie di vita vissuta, a lieto fine, della dott.ssa Patrizia Fazio, fisioterapista, diplomata alla scuola di osteopatia francese e docente presso l'Accademia Europea Medicina Osteopatica, sede di Aversa (CE). Eccellenza campana della medicina osteopatica, con tre studi a Napoli.
''Mi capita spesso, di essere l'ultima spiaggia per molti pazienti, che trattati con farmaci non hanno giovamento - dice -. Il principio dell'osteopatia e' l'autoguarigione del corpo, e non e' in antitesi alla medicina ufficiale, spesso collaboro con figure mediche diverse. Il primo passo e' un'accurata anamnesi del paziente, realizzata anche attraverso la valutazione di esami diagnostici e clinici, per due importanti motivi: effettuare il trattamento adatto ed escludere casi non di competenza osteopatica - aggiunge la specialista -. Le tecniche a disposizione differiscono a seconda delle disfunzioni e delle aree del corpo da trattare. Le mani esperte dell'osteopata compiono dolci manipolazioni non dolorose che ripristinano l'equilibrio del nostro sistema. I campi di applicazione sono molteplici: cefalea, problemi delle articolazioni temporo-mandibolari, difficolta' di gravidanza, sciatalgia, ernia del disco, cervicalgia. Si rivolge a tutti, dai neonati alla eta' avanzata, ognuno avra' il trattamento adatto a se' e in poche sedute, questo lo scopo, ritrovera' la salute''.

www.osteopatiafazio.it

mercoledì 2 novembre 2016

Mala tempora currunt per i medici



Vi era un tempo felice in cui la figura del medico di famiglia godeva di un’aura di sacralità ed il rapporto con il paziente ed i suoi familiari era improntato ad una fiducia reciproca assoluta.
Poi il dio denaro, la caduta dei valori, l’esempio nefasto di ciò che avveniva oltre oceano ha troncato quel clima idilliaco ed avvelenato i rapporti tra sanitari, cittadini ed istituzioni.
Il contenzioso genera ogni anno 34.000 cause di risarcimento, oltre a produrre procedimenti penali estremamente rischiosi in Italia, dove la magistratura possiede un potere decisionale assoluto ed una volubilità nelle decisioni impressionante.
Più del 98% di queste cause si conclude con assoluzione o archiviazione, ma la paura di essere denunciato da parte di pazienti o parenti ha portato all’esplosione del fenomeno della medicina difensiva. Esami e accertamenti inutili o superflui costano all’intera collettività più di 12 miliardi ogni anno. Il contenzioso legale sta condizionando le scelte di carriera dei giovani medici che non vogliono più praticare specializzazioni ad alto rischio come la ginecologia o la chirurgia plastica.
Lo Stato non può più consentire ai propri professionisti della sanità di lavorare in un clima di persistente “caccia alle streghe” che comporta pesanti ricadute sotto il profilo economico, psicologico e mediatico, oltre che a screditare l'intero servizio sanitario nazionale. Necessita al più presto una legislazione specifica che regolamenti la spinosa questione, ribadendo che l’operato del medico può essere sindacato solo e soltanto quando via siano associate negligenza ed imperizia.
Sempre più spesso un medico è costretto a lavorare in condizioni di emergenza, indipendenti dalla sua volontà e da addebitare unicamente a problemi strutturali o deficit organizzativi ospedalieri, per cui in queste circostanze è necessario spostare la responsabilità dal singolo medico alla struttura sanitaria nella quale lavora.
Oggi un’assicurazione per un chirurgo che esercita privatamente ha raggiunto costi proibitivi, ma è soprattutto il rischio di un’azione penale che induce ad un’eccessiva prudenza a danno dei pazienti.
Speriamo che quanto prima il Parlamento trovi il tempo e la volontà di interessarsi ad una problematica che non ammette ulteriori rinvii.

Achille della Ragione

sabato 1 ottobre 2016

Osservare, Ascoltare, Manipolare



Molti si rivolgono all’osteopata solo in caso di mal di schiena o dolori muscolari. In realtà l’osteopatia può avere applicazioni molto più ampie e sta facendo il suo ingresso in contesti ospedalieri importanti.
Il principio di fondo su cui si basa l’osteopatia, nata a metà Ottocento per opera della geniale intuizione del medico statunitense Andrew Taylor Still, è molto semplice: qualunque sintomo è il risultato di una catena di cause la cui origine può situarsi anche in distretti corporei molto distanti. Così uno squilibrio muscolo- scheletrico può ripercuotersi su organi e visceri che, compressi e spostati, non funzionano più come dovrebbero. Compito dell’osteopata è  ricreare il giusto equilibrio e favorire il processo innato di auto- guarigione. La parola osteopatia richiama sia l’idea di sofferenza ossea (dal greco pathos), sia quella di un sentiero (dall’inglese path) tracciato nelle ossa dagli eventi della vita. A parte il costringere il corpo in posture innaturali, sobbarcarlo di pesi e indebolirlo con una vita sedentaria, anche traumi ed emozioni lasciano segni nei tessuti corporei.
L’osteopata osserva:  postura, appoggio plantare, morfologia del rachide, denti, occhi, capacità di movimento e modo di respirare. Indaga inoltre su eventuali traumi, fratture, cadute o interventi chirurgici che possono aver lasciato segni o scompensi corporei. Infine interviene con un trattamento manuale che si avvale di quattro tecniche fondamentali:  strutturale (manipolazione diretta di ossa, articolazioni, muscoli, tendini, legamenti), viscerale (compressione, decompressione dei visceri), craniale (tecniche craniosacrali) e fasciale o connettivale (lavoro su tessuti connettivi).
Spesso ci si rivolge all’osteopata in presenza di patologie ormai conclamate. In realtà, i maggiori benefici si ottengono intervenendo non appena sopraggiunge un sintomo. È possibile trattare i pazienti anche in fase acuta, l’unica accortezza è  quella di impiegare la tecnica giusta al momento giusto. Ad esempio, un paziente con osteoporosi conclamata non potrò trattarlo con tecniche di tipo strutturale, ovvero manipolando le ossa, poiché rischierei una frattura. Ma il buon senso dell’operatore deve estendersi anche al paziente, che dovrebbe imparare a diventare protagonista attivo e consapevole del proprio benessere, magari cambiando certe abitudini di vita. Sempre più spesso ricorrono all’osteopatia le donne in gravidanza, per far fronte ai disturbi legati ai rapidi cambiamenti posturali e circolatori, ma anche per facilitare il parto intervenendo sulla mobilità sacrococcigea, e nel post partum per ritrovare una postura confortevole e ripristinare i drenaggi linfatici e vascolari. Anche il neonato può trarre beneficio da questa disciplina, specie in conseguenza di parti difficili, che possono aver contribuito all’insorgere di disfunzioni con conseguenze muscolo scheletriche, disturbi del sonno, coliche e problemi intestinali.

lunedì 5 settembre 2016

Premi o punizioni?



 5 errori comuni da evitare con bambini e adolescenti

 

“Educare” qualcuno non è facile. Ci si ripromette di seguire un atteggiamento specifico, dei principi educativi, ma nel momento di tensione è poi difficile fare la scelta giusta. Tra la fatica emotiva del momento, fattori interferenti non da poco (come stanchezza, stress o irritazioni che si sono generati in altri ambiti ma che sono ancora presenti), il dubbio razionale di che cosa sia più giusto fare, la voglia di non aver problemi, sono tanti i motivi per cui si mettono in atto comportamenti di cui non si è pienamente convinti o, talvolta, di cui non si è nemmeno così consapevoli dell’impatto a medio o a lungo termine.
Questo discorso è valido per genitori, educatori, insegnanti e tutte le figure di cura e sviluppo che hanno a che fare con bambini e adolescenti. Non solo. Con qualche differenza nei modi e nei processi che si attivano, si possono ritrovare molte analogie anche nel modo di interagire tra colleghi o nei rapporti capo-collaboratore.

lunedì 1 agosto 2016

Psicologo Napoli




Dott.ssa Virginia D’Angelo

Psicologa e Psicoterapeuta cognitivo-comportametale


  • Membro associato dell’Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Cognitiva (A.I.A.M.C)
  • Membro dell’EuropeanAssociation for Behaviour and Cognitive Therapy (E.A.B.C.T) e del Collegium Internazionale ActivitatisNervosaeSuperioris (C.I.A.N.S
    CTU Tribunale Civile di Napoli
  • Consulente Tecnico Procura della Repubblica di Napoli
  • Perito Tribunale Penale di Napoli

Laureata in psicologia, nel 1998, presso L’Università La Sapienza di Roma, con votazione 110/110 e lode, mi sono specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale presso l’Istituto Skinner di Roma.
Ho lavorato presso diverso centri di riabilitazione della città di Napoli, occupandomi di attività di psicodiagnosi e psicoterapia infantile, nonché di interventi di sostegno alla genitorialità.
Mi sono perfezionata in psico-oncologia presso la Seconda Università degli Studi di Napoli ed ho maturato una significativa esperienza clinica presso l’ospedale Fondazione G. Pascale.
Nel 1998, ho iniziato a collaborare con il Centro Antiviolenza del Comune di Napoli e con il Distretto 26 della ASL Napoli1, acquisendo una specifica competenza professionale nel campo della violenza su donne e minori. A tutt’oggi, continua tale attività di collaborazione e, nel 2009, è nata l’Associazione Salute Donna, di cui sono segretaria.

Sono CTU presso il Tribunale Civile di Napoli e Perito presso il Tribunale Penale di Napoli.
Ho svolto e svolgo numerose consulenze tecniche di ufficio e di parte, in procedimenti civili e penali, in casi di abusi/maltrattamenti e per problematiche legate all’affido in cause di separazione.

La psicoterapia é la mia principale attività: da circa 15 anni, opero come libera professionista a Napoli, con studi nei quartieri del Vomero e di Soccavo e tratto svariati disturbi psicologici con metodo cognitivo-comportamentale, sia con pazienti adulti che in età evolutiva

domenica 19 giugno 2016

Come affronti mal di testa, cervicale e gastrite?



Si tratta di tre problemi molto comuni. Con frequenza e intensità diversa, possono riguardare praticamente chiunque. Qualcuno li considera "una sfortuna" a cui rassegnarsi, altri provano a compensarli o evitarli, altri ancora gli attribuiscono un valore simbolico.
CAPIRE
Se li si vuole affrontare nel migliore dei modi è utile inquadrarli correttamente e comprendere a che livello, o meglio livelli, è possibile agire.
Infatti un concetto chiave è quello di multi-fattorialità. In questi casi non c'è quasi mai un'unica causa, piuttosto la somma di tanti fattori.
Così arriviamo a un secondo concetto importante: questi fattori hanno sempre a che fare con una disfunzione. Ovvero c'è qualcosa che non "funziona" come dovrebbe. A questo punto diventa interessante domandarsi: come dovrebbe funzionare in modo ideale un organo, un pensiero, un'emozione e ogni nostra altra struttura e funzione?
Abbiamo tre ottime fonti per capirlo: gli studi recenti di psico-osteopatia e scienze affini (neuroscienze affettive, neurobiologia del comportamento, ecc.); la rivisitazione che l'Evoluzionismo moderno ha fatto delle modificazioni che abbiamo sviluppato durante i secoli per adattarci all'ambiente; il parallelismo tra noi esseri umani e gli altri mammiferi più evoluti che condividono gran parte della neurobiologia e dei sistemi di adattamento, ma con una minor quota di pensiero logico e formalità.
ESEMPIO PRATICO
Sappiamo tutti che passare otto ore al giorno seduti in ufficio non può far bene alla cervicale o ai dolori alla schiena. L'evoluzionismo ci insegna che il movimento è stato legato alla nostra sopravvivenza, le neuroscienze che il blocco fisico favorisce disfunzioni rispetto al senso di impotenza e nei processi di memoria, la psico-osteopatia ci dice che si altera l'assetto ormonale e quello emotivo e così via. Questo è un livello di disfunzione, ma per gli stessi problemi di cervicale e mal di schiena ci possono essere altre disfunzioni legate al movimento del diaframma, legato a sua volta alla postura ma anche all'attivazione emotiva, ecc. Un'altro livello ancora riguarda l'elasticità muscolare e, più in generale, le condizioni di tutta la fascia, influenzate dai movimenti, ma anche dall'alimentazione e altri fattori.
Di fronte a una lettura del genere qualcuno potrebbe rinunciare a priori obiettando che "ma tanto il mio lavoro è quello, non posso cambiare". Tralasciando il fatto che questa stessa affermazione può essere messa in discussione, l'aspetto interessante diventa capire che cosa si può modificare in modo mirato per avere i cambiamenti desiderati.
SOLUZIONE
Qui si aprono molte possibilità:
•    conoscere il ciclo delle abitudini da un punto di vista comportamentale ma anche neurobiologico ci permette di modificare abitudini consolidate in modo semplice e con minimi sforzi;
•    capire quali sono gli errori che fanno innescare una risposta emotiva più intensa del normale e che mantengono attiva la risposta di allerta in tutto il nostro corpo, ci consente di far ritornare mente, corpo ed emozioni in condizioni fisiologiche in tempi rapidi;
•    fare chiarezza su quali cibi alterano i nostri comportamenti, la capacità di concentrazione, le risposte immunitarie, l'asse dello stress e altre funzioni vitali, ci offre la possibilità di regolare le risposte neurobiologiche fin dalla loro origine corporea, in modo funzionale e senza farmaci;
•    conoscere i meccanismi di recupero e rigenerazione usati dal nostro corpo ci mette in condizione di usarli attivamente, garantirne l'efficacia, invece di inibirli come di solito la nostra cultura ci impone.

giovedì 2 giugno 2016

osteopatia a Napoli


Mi presento sono Patrizia Fazio, napoletana, il mio lavoro ed anche la mia passione è la medicina osteopatica. Ho studiato presso il CERDO Roma, scuola francese di osteopatia per sei lunghi e duri anni, ma anche belli.
E' bello impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi, dico ciò perché per l'osteopatia ho lasciato la mia vita...precedente .Ero fisioterapista , al secondo anno di osteopatia mi sono licenziata per dedicarmi ai miei studi ed alla mia pratica osteopatica. Da fisioterapista ho conseguito molte specializzazioni, anche partecipato a congressi ma ho lasciato tutto, tuffandomi nell'oceano osteopatico che mi si era aperto davanti. Ho avuto maestri bravissimi come il grande Maurice Audouard, che non cè più ma che non dimenticherò mai per gli insegnamenti ricevuti che fanno parte di me. Ho fatto studio a Roma per tre anni, ho fatto l'assistente al Cerdo per due anni.
Nell'ottobre del 2015 è iniziato il mio incarico come docente presso l'AEMO accademia di Osteopatia riconosciuta dal ROI, ed è stata, ed è, una bella emozione, insegno Cranio al 1° anno e Viscerale al 3°-4°-5° anno, inoltre sono tutor di Clinica per gli allievi di 4°-5°-6° anno.
sono un osteopata molto attenta alle relazioni delle emozioni con il corpo.
Ho creato i seminari del ben-essere emotivo che tengo periodicamente, sulle emozioni negative e sulla crescita personale, ho tenuto seminari aperti a tutti su:: la Rabbia, l'Ansia, la Felicità, la Paura.
sul mio sito trovate molto di più www.osteopatiafazio.com, inoltre ho scritto articoli per la divulgazione dell'osteopatia e collaboro con Forum Salute.
La vera osteopatia è globalità, quindi il paziente deve essere valutato e trattato da ogni punto di vista, ricordate di rivolgervi solo ad osteopati iscritti al ROI, solo questo registro vi garantisce che gli osteopati presenti abbiano una formazione adeguata agli standard europei (l'unica garanzia possibile, visto che in
Italia l'osteopatia non è ancora riconosciuta).

Patologie trattate
    Ernia del disco
    Lombalgia
    Mal di testa
    Cervico-brachialgia
    Vertigini

osteopata D.O. Patrizia Fazio Mobile: 338-3571114
osteopatia.fazio@gmail.com

Napoli - via Servio Tullio n.101 (angolo via Epomeo)

Napoli - via Tino da Camaino n.6 (zona Vomero)

Napoli - Piazza Nicola Amore n.6 (Quattro palazzi)

mercoledì 11 maggio 2016

disturbo istrionico di personalità




A gentile richiesta....scrivo qualcosa sul disturbo istrionico di personalità (lo trovate al femminile perchè è più comune nelle donne e perchè si tratta di un caso clinico trattato).
La paziente istrionica si caratterizza per uno stile comportamentale affascinate, eccentrico, drammatico ed espressivo. E' egocentrica, esprime le emozioni in maniera esagerata e non riconosce quasi mai le sue responsabilità nella determinazione degli eventi.
Dal punto di vista interpersonale, la paziente istrionica tende ad essere civettuola ed esibizionista, con una ricerca costante di attenzioni ed uno stile chiaramente manipolativo, anche col terapeuta (bisogna stare ben attenti a non colludere, in terapia).
Lo stile affettivo é caratterizzato da manifestazioni emotive amplificate, con frequenti accessi d'ira (rabbia narcisistica).
Sebbene, questi soggetti ricerchino costanti conferme d'amore da parte degli altri, la loro capacità di espressione emotiva è molto superficiale (passando, rapidamente, dal trattare gli altri da amici a nemici...).
La paziente istrionica dice "io...io..io", è convinta di mollare lei le persone a cui è legata (amori, amici...), ma in realtà c'è una lunga storia di abbandoni, perchè non sa stare in relazione,
La psicoterapia individuale dovrebbe mirare proprio al ridimensionamento degli aspetti narcisistici. L'obiettivo principale è insegnare a queste pazienti una maggiore focalizzazione sui bisogni e sulle esigenze degli altri.


Virginia D'angelo  Psicologia Clinica - Psicoterapia CognitivoComportamentale

domenica 1 maggio 2016

quando e perchè aiutare un bambino




Personalmente credo che abbia senso aiutarlo se sta vivendo una sofferenza che non è in grado di tollerare e che non ha uno scopo evolutivo: si tratta della differenza tra una frustrazione occasionale, che aiuta a crescere, e una deprivazione affettiva costante.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la complessità dei fattori in gioco: quando sono molti e si influenzano a vicenda non è facile per un bambino - e chi se ne prende cura - identificarli tutti e capire da quali partire.
L'ambiente, la percezione, la frequenza (o assenza) degli stimoli, l'integrazione sensomotoria, le rappresentazioni mentali, la modulazione delle risposte, la padronanza psico-fisica, le emozioni, gli stili relazionali, gli schemi di pensiero, i processi decisionali, sono tutti fattori che possono giocare un ruolo determinante nel benessere o malessere di un bambino.
Le modalità in cui si presentano e vengono esperiti possono dare luogo a diverse combinazioni che poi si possono manifestare in diverse forme (ansia, disturbi dell'apprendimento, iperattività, chiusura relazionale, ADHD, disturbi alimentari, ecc.).
Il nostro scopo come professionisti deve essere: capire bene, mappare tutti i fattori in gioco e individuare le strategie specifiche per riportare in fisiologia tutti gli aspetti e le relative dinamiche causa-effetto.

giovedì 7 aprile 2016

Rottura del circolo vizioso dell'ansia



Vediamo lo schema di un percorso di benessere
  • affrontare le situazioni temute riducendo l'evitamento ed i comportamenti di sicurezza
  • lieve aumento a breve termine dell'ansia
  • diminuzione dei sintomi fisici dell'ansia
  • minore focalizzazione dell'attenzione e sui segni somatici dell'ansia
  • utilizzo delle abilità di coping, come l'esposizione graduale
  • ridizione dell'ansia
  • maggiore fiducia della capacità di controllare le proprie reazioni


giovedì 3 marzo 2016

Smettere Di Assorbire l’Energia Negativa Dalle Altre Persone






Non permettete agli altri di scambiarvi per il cestino della spazzatura! Schermatevi ed allontanate, ove possibile,queste persone. Ansia, depressione e stress ti possono convertire in una spugna emozionale che assorbe tutte le tue difese. Quando meno te lo aspetti, ti trovi in sintonia con i sentimenti negativi di altre persone. Si chiama empatia: ci facciamo carico appieno degli affari degli altri senza risolvere i nostri.
  • Cerca di capire se sei suscettibile. Le persone con più possibilità di essere sopraffatte dalle energie negative altrui sono quelle “empatiche”. 
  • Cerca la fonte. Chiediti se questa energia negativa proviene da te, da altre persone, o da entrambe. Se l’emozione, paura o ira, è tua, allora affronta con attenzione le sue cause. Se non è così, cerca di individuarne il generatore.
  •  Allontanati dalla possibile fonte. Allontanati da chiunque ti stia generando queste energie negative di almeno 30 metri. Non preoccuparti di offendere le persone. Se sei in un luogo pubblico, spostati se senti che qualcuno ti sta “contagiando” con la sua depressione.
  • Concentrati sulla tua respirazione. Questo esercizio ti permetterà connetterti con la tua essenza. Per vari minuti espira la negatività e inspira la calma.
  •  Proteggiti. Un buon modo per farlo è visualizzare una copertura di luce bianca (o qualsiasi colore che secondo te possa impartire potere) attorno al tuo corpo.
  •  Pensa in questa luce come uno scudo che impedisce a tutte le energie negative di entrare in te.
  • Gestisci il sovraccarico emozionale. Non restare in debito con la tua capacità di assorbire le emozioni altrui: occupati di ciò con queste strategie:Impara a riconoscere le persone che possono abbassare l’energia. E’ facile individuarle: sono quelle a cui piace criticare, fare le vittime, controllare o sono narcisiste.Consuma alimenti ad alto contenuto di proteine prima di subire situazioni di stress, come uscire in gruppo.Cerca di non dipendere mai da terzi per risolvere situazioni difficili: mantieni sempre il controllo.Mantieni il tuo spazio privato in una casa condivisa con altri ed esigine il rispetto.
  • Cerca persone e situazioni positive. Chiama qualche amico capace di vedere sempre le cose in un’ottica positiva. Passa del tempo con un collega che sa ascoltare. La speranza è contagiosa e serve a sollevare l’umore.
  •  Crea e mantieni un rifugio per disconnetterti. Usa un poster o una immagine di una cascata o di un bosco per guardarla nei momenti di stress ed ansia. Meglio ancora se hai un bosco vicino casa dove camminare per sentire la freschezza del pianeta.

mercoledì 3 febbraio 2016

Voglio liberarmi dalle relazioni tossiche!



Tutti sentiamo il bisogno di relazionarci gli uni agli altri per sentirci felici.
L’importanza di avere un contatto umano la percepiamo in ogni aspetto della nostra quotidianità: una giornata in compagnia di chi è positivo ci arricchisce e ci carica di energia.
A volte, senza accorgercene, facciamo entrare nella nostra vita una persona tossica… una persona che toglie energie invece che darle, che crea problemi invece di risolverli, che prende e non dà nulla in cambio.
La responsabilità di ciò che accade è tua…

domenica 3 gennaio 2016

AFORISMI PER RIFLETTERE


  • Non far passare un giorno senza aver fatto qualcosa che ti soddisfi.

 

  • Non far passare un giorno senza aver fatto qualcosa che aumenti la fiducia in te stesso.

 

  • Non lasciar passare un giorno senza avere un atteggiamento di gratitudine verso qualcuno, qualcosa, la vita.

 

  • Non far passare troppo tempo senza percepire la meraviglia dell’esperienza della vita.

    www.psicodangelo.it