mercoledì 11 maggio 2016

disturbo istrionico di personalità




A gentile richiesta....scrivo qualcosa sul disturbo istrionico di personalità (lo trovate al femminile perchè è più comune nelle donne e perchè si tratta di un caso clinico trattato).
La paziente istrionica si caratterizza per uno stile comportamentale affascinate, eccentrico, drammatico ed espressivo. E' egocentrica, esprime le emozioni in maniera esagerata e non riconosce quasi mai le sue responsabilità nella determinazione degli eventi.
Dal punto di vista interpersonale, la paziente istrionica tende ad essere civettuola ed esibizionista, con una ricerca costante di attenzioni ed uno stile chiaramente manipolativo, anche col terapeuta (bisogna stare ben attenti a non colludere, in terapia).
Lo stile affettivo é caratterizzato da manifestazioni emotive amplificate, con frequenti accessi d'ira (rabbia narcisistica).
Sebbene, questi soggetti ricerchino costanti conferme d'amore da parte degli altri, la loro capacità di espressione emotiva è molto superficiale (passando, rapidamente, dal trattare gli altri da amici a nemici...).
La paziente istrionica dice "io...io..io", è convinta di mollare lei le persone a cui è legata (amori, amici...), ma in realtà c'è una lunga storia di abbandoni, perchè non sa stare in relazione,
La psicoterapia individuale dovrebbe mirare proprio al ridimensionamento degli aspetti narcisistici. L'obiettivo principale è insegnare a queste pazienti una maggiore focalizzazione sui bisogni e sulle esigenze degli altri.


Virginia D'angelo  Psicologia Clinica - Psicoterapia CognitivoComportamentale

domenica 1 maggio 2016

quando e perchè aiutare un bambino




Personalmente credo che abbia senso aiutarlo se sta vivendo una sofferenza che non è in grado di tollerare e che non ha uno scopo evolutivo: si tratta della differenza tra una frustrazione occasionale, che aiuta a crescere, e una deprivazione affettiva costante.
Un altro aspetto fondamentale riguarda la complessità dei fattori in gioco: quando sono molti e si influenzano a vicenda non è facile per un bambino - e chi se ne prende cura - identificarli tutti e capire da quali partire.
L'ambiente, la percezione, la frequenza (o assenza) degli stimoli, l'integrazione sensomotoria, le rappresentazioni mentali, la modulazione delle risposte, la padronanza psico-fisica, le emozioni, gli stili relazionali, gli schemi di pensiero, i processi decisionali, sono tutti fattori che possono giocare un ruolo determinante nel benessere o malessere di un bambino.
Le modalità in cui si presentano e vengono esperiti possono dare luogo a diverse combinazioni che poi si possono manifestare in diverse forme (ansia, disturbi dell'apprendimento, iperattività, chiusura relazionale, ADHD, disturbi alimentari, ecc.).
Il nostro scopo come professionisti deve essere: capire bene, mappare tutti i fattori in gioco e individuare le strategie specifiche per riportare in fisiologia tutti gli aspetti e le relative dinamiche causa-effetto.